

Una dimensione contemplativa quella in cui ci siamo calati ieri sera: una realtà parallela le cui caratteristiche portanti sono sottrazione e reiterazione. Apertura dunque non a caso affidata a
Q-Tip, che nella sua elegante e grintosa
A Million Times, tratta da
Kamaal/The Abstract, canta "Te l'ho detto un milione di volte /ma tu lo rifai di nuovo / e continuerai a farlo". La voce di Tim Rutili dei
Califone affonda come una lama di coltello nei nostri cuori, come nel caso di
Evidence, magnifica dolce rarefatta ballad, come loro sanno fare, contenuta nel nuovo album
All My Friends Are Funeral Singers (su Dead Oceans). In quanto ad intensità emotiva e doti interpretative non è da meno
Rain Machine e la sua
Smiling Black Faces. L'estasi mistica la raggiungiamo con due uscite in casa Drag City:
Luminous Night, nuovo album dei
Six Organs Of Admittance di Ben Chasny e
God Is Good degli
Om. Dopo la sequenza delle rispettive
Bar-Nasha e
Cremation Ghat I e
II ho visto la Luce nelle tenebre e anche Dio mi è sembrato un po' più buono del solito. Psichedelia in entrambi i casi ma con diversi connotati: radici nel folk per Six Organs, solide basi nei Black Sabbath e nel kraut-rock per gli Om. Perfetto preludio agli undici minuti di crescendo ritmico di
Toive, dall'ultimo lavoro di
Vladislav Delay su Leaf intitolato
Tummaa. Guardate il
nuovissimo video relativo proprio a questo pezzo. In tema di raffinatezze abbiamo proseguito con la stupenda reinterpretazione di
3/4 Heart dei mitici Black Dog ad opera di quel grande artista che risponde al nome di
Mark Pritchard, negli ultimi tempi associato soprattutto alle sue stupende produzioni con il moniker Harmonic 313. Come forse già sapete, nell'ambito di
Recreated gli artisti Warp festeggiano i vent'anni della casa madre offrendo versioni differenti di pezzi composti da altri compagni d'etichetta e di qui dunque l'origine di questa e delle altre cover. In fatto di originalità uno che si batte bene è
Shackleton: un equilibrato mix di techno e dub con suggestioni tribali ed industrial che abbiamo avuto la fortuna di godere sabato sera al Link per via di un inatteso turn-over con Martyn. Il suo nuovo
Three Eps (su Perlon) è certamente uno dei migliori dischi che voi possiate ascoltare in questo momento in ambito elettronico. Le sue precedenti produzioni su Skull Disco lasciavano presagire ottime cose. E così è stato. La stessa misura e grazia è percepibile nell'inedito di
Burial,
Fostercare, contenuto in
5 Years of Hyperdub. Inutile esprimere opinioni sulla leggiadria, la delicatezza e la carica innovativa di questo artista: basti
questo video bellissimo a colmare il gap dialettico. Restando in ambito dubstep l'epilogo è stato tutto per
Lost, dal nuovo album
Unbalance su Tectonic di
2562, le cui produzioni sono in genere piuttosto chirurgiche e silicee ma talvolta riescono ad emanare un calore cyborg etereo, come sapevano fare una volta gli Autechre. Meditate gente, meditate... alla prossima!
Nessun commento:
Posta un commento