Alcuni eventi sono ineluttabili. Prima o poi accadono. A me è accaduto ieri sera, alle 20.55, proprio cinque minuti prima di andare in onda. Entro nel cesso degli uomini. Mi chiudo la porta alle spalle. Dopo aver espletato metto la mano sul pulsante del pomello. Panico. Non si apre. Provo a forzare nervosamente. Bloccato. Mi tasto le tasche dei pantaloni in cerca del cellulare. Niente, l'ho ovviamente lasciato nello studio. Quando serve veramente... Comincio a prendere a pugni l'antica maniglia. Nulla. Il "microfono aperto" di Radio Popolare sta per terminare, devo andare in onda di lì a poco e sono irreparabilmente segregato dentro un angusto e banalissimo cesso. Nessuno può sentirmi: diverse barriere architettoniche mi isolano acusticamente dal resto del genere umano. Il mio sguardo si leva epicamente verso l'alto. Non resta altro da fare. Senza fiatare opto per un gesto estremo: scavalcare l'alto muro che separa il cesso degli uomini da quello delle donne. Salgo in piedi sulla tazza e con un balzo felino mi appendo per le braccia. Mi sento Clint Eastwood in Fuga da Alcatraz. Con un colpo di reni metto su prima una gamba. Poi l'altra. Che gesti atletici... E che velocità d'esecuzione... un ginnasta sovietico. E' proprio vero: l'adrenalina moltiplica forza e concentrazione. Mi siedo lassù e mi dico: cazzo, non puoi crepare sfasciandoti il gulliver in un cesso di merda. Diventeresti una macabra barzelletta, una storiella da bar... Che modo stronzissimo è questo per salutare gli umani? E poi la Mietitrice mi ha predetto soltanto qualche giorno fa che morirò colto da un malore durante un'orgia... Ricordarlo mi rassicura. Dunque mi concentro. Non può finire così. Dopo qualche esitazione prendo la mira e mi lancio di sotto con un gran balzo, atterrando quasi sui talloni. Mi dico: ce l'ho fatta. Mi scrollo la polvere di dosso. Sono trascorsi solo due minuti ma mi è passata tutta la vita davanti. Sono in perfetto orario per andare in onda. E qui comincia la puntata di Thermos che avete ascoltato ieri sera. Ovvero:
The Vaselines, Son of a Gun, da Enter the Vaselines (Sub Pop, 2009)
Jennifer Gentle, Opel, da Vv. Aa. Clowns and Jugglers, A Tribute to Syd Barrett (Octopus, 2009)
Califone, Bunuel, da All My Friends Are Funeral Singers (Dead Oceans, 2009)
Mira Calix with Oliver Coates, In a Beautiful Place Out in the Country (pezzo originale dei Boards of Canada), da Warp 20 Recreated (Warp, 2009)
Suz, Choke, da Shape of Fear and Bravery (No.Mad, 2009)
Speech Debelle, Better Days (ft. Micachu), da Speech Therapy (Big Dada, 2009)
Roy Ayers, Coffy is the Color, da Vv. Aa. Can You Dig It? The Music and Politics of Black Action Films 1968-75 (Soul Jazz, 2009)
Nomo, Ma, da Invisible Cities (Ubiquity, 2009)
Flying Lotus, Infinitum (Dimlite's Re-finitum), da 3x3 (Warp, 2009)
Brackles, LHC, da Vv. Aa. Mary Ann Hobbs Wild Angels (Planet Mu, 2009)
Quarta 330, Bleeps From Outer Space, da Vv. Aa. 5 Years of Hyperdub (Hyperdub, 2009)
2 commenti:
un mercoledi da leoni, non c'è dubbio. ninetta
He he! ;)
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